Un viaggio nel tempo, quando il tempo si colora di nostalgia e il respiro di una finestra accarezza e induce a una malinconia dolce, furtiva.
Questo, e non solo, e l’imput della mostra “I tempi e gli spazi della pittura”, personale di Andrea Gelici, presente presso la Sala Espositiva di Villa Bandini, a Firenze, dal 17 al 28 dicembre 2005.
Un girovagare pigro nei recessi della memoria che ritorna, ineffabile, in una Firenze che si apre nei vicoli, nelle ombre, negli scorci improvvisi, con la vaghezza di un’illusione.
La mostra pare iniziare, come indica Roberto Cellini, presidente del Centro D’Arte Modiglioni, durante la serata d’inaugurazione, con un volto bambino che ci guarda da dietro un vetro.
L’innocenza e il candore protesi verso un divenire grande ancora troppo rapido: pallido oro e l’incanto di luci-stelle ci donano l’impressione di un inverno del quale percepirne l’essenza.
E ancora toni di giallo, marrone sfumato, rosa pallido: Firenze è un quadro d’epoca che sprizza briciole di una storia recente ma sospesa nello spazio temporale del sogno.
Proseguendo questo viaggio immaginario, ritratti di gente comune che inducono a un sorriso e un ricordo, oppure i dipinti dedicati al mare.
Sfuma l’oro il volo di un fenicottero in una voglia di volo che tutto allude e ancora ritorna la misura del tempo nel faro che occhieggia a un cielo languido, dove il rosa si sfuma in un rosso pellegrino.
Ci fermiamo e mi fermo davanti al quadro del bacio che Andrea Gelici interpreta in ricordo e omaggio a un’opera del fotografo Doisneau.
Un abbraccio, sapore di labbra: dure figure che migrano dalle luci retrò di Parigi a una Firenze ideale.
Indubbiamente L’amore e la poesia s’intuiscono nei dipinti di Andrea Gelici in un connubio che si unisce a una profondità di pensiero, come lui ci suggerisce nei versi che accompagnano i suoi quadri: “C’è una realtà di vita e una realtà immaginata, sospesa, indicata, che ci prende per mano e si colora ancora di nostalgia”.
Allora l’uomo, affacciato alla finestra, è forse solo un respiro di verde, un incantesimo strano, è un sogno o un desiderio di sogno, romantica illusione che sorprende la vita.
FIRENZE, 17 DICEMBRE 2005
ROBERTA DEGL’INNOCENTI